domenica 12 ottobre 2014

Disagio sociale a livelli record: i tempi di Frau Merkel

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C’è una domanda che ormai ci poniamo tutti e ad ansia crescente: quando riusciremo ad uscire da questa crisi. Doveva finire nel 2012 e poi nel 2013 e infine nell’anno in corso, ma i dati parlano chiaro: gli indicatori continuano a peggiorare e non si intravede alcuna speranza per il 2015 e il 2016.

L’OCSE (Organizazzione per la Cooperazione e lo Sviluppo in Europa) ha drasticamente tagliato le stime di crescita dell’economia italiana posizionandola addirittura a -0,4% nell’anno in corso, l’unico Paese del G7 a registrare una crescita negativa; mentre Mario Draghi, presidente della BCE (Banca Centrale Europea), avverte che l’economia europea presenta segni di peggioramento: “La ripresa nella zona euro sta perdendo impulso, la crescita del Pil si è fermata nel secondo trimestre, le informazioni sulle condizioni economiche ricevute durante l’estate sono state più deboli del previsto e i rischi sono chiaramente al ribasso”.

Intanto l’Italia non può sperare in un effetto trainante da parte dell’Unione Europea. Un aiuto potrebbe venire dalla Germania qualora accettasse di ridurre le tasse sul lavoro e aumentasse gi investimenti pubblici, seguendo il suggerimento di Joerg Asmussen, sottosegretario al lavoro della Spd nel governo Merkel e di Benoit Coeuré, membro della BCE, ma fino ad ora l’invito non è stato accettato.

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