martedì 4 novembre 2014

Curare il disagio senza psicofarmaci: il Metodo della Salute

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Drogati, alcolizzati, disagiati, psicotici, depressi, violenti, asociali, dissociati. Quanti termini utilizziamo quotidianamente per indicare persone affette da qualche problematica profonda, da qualche squilibrio interiore, da qualche disagio inconsapevole. Come sappiamo, purtroppo, ogni definizione si porta però dietro una ghettizzazione, costruisce un recinto e contribuisce ad isolare, esaltare la solitudine e acuire la sofferenza. In realtà, dietro tutte queste problematiche si nasconde una causa comune, quello che nel Metodo alla Salute  viene chiamato “disagio diffuso (1)”. Questo può essere “asintomatico”, quindi spesso inconsapevole, o “sintomatico”, ovvero che si può manifestare, ad esempio, nelle forme elencate precedentemente.

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venerdì 17 ottobre 2014

Nasce a Foggia il CAD, il Centro di Ascolto del Disagio

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Nasce anche a Foggia il CAD, il Centro di Ascolto del Disagio. Presso l’A.S.P. Marchese Filippo de Piccolellis in viale degli Aviatori al civico 25, dunque, è attivo uno strumento importante e di facile fruizione per soddisfare le esigenze sociali della gente di Capitanata.

I CAD sono libere associazioni di cittadini dislocate su tutto il territorio nazionale che offrono servizi di accoglienza di quanti si presentano indipendentemente da razza, sesso e religione, di ascolto del disagio e ricerca della più idonea soluzione al problema, di orientamento all’interno del complesso mondo dei servizi sociali, di assistenza per chi versa in precarie condizioni socio-economiche.

A queste azioni di “primo intervento” il CAD affianca attività di promozione di reti solidali all’interno della comunità, di organizzazione di iniziative culturali, artistiche e scientifiche, ma anche di corsi e seminari di formazione professionale per chi vuole reinserirsi nel contesto sociale.
La mission, dunque, è tutelare, assistere e difendere tutti coloro che  sono calpestati nei loro primari diritti civili di uguaglianza,  tutti coloro che sono vittime di solitudine e isolamento.

Per raggiungere questo obiettivo il CAD di Foggia, per far fronte al meglio alle esigenze del territorio, si è affidato a figure professionali altamente qualificate. Del Direttivo fanno parte Nico Palatella (Presidente),  Costantino Pellegrino (vice Presidente), Dario Ferrara (tesoriere), Germana Zappatore (portavoce provinciale), Romana Quarato (segreteria organizzativa). All’interno dei Dipartimenti Tecnici, invece, vi sono Calogero Gucciardino (ambiente ed energia), Maria Gabriella Cianci (cultura, cinema, spettacolo e musica), Franco Samele (pari opportunità, politiche sociali e sanità), Annalisa Cota (sport), Giuseppe Lacertosa (rapporti con il Vaticano e altre religioni), Costantino Mastrogiacomo (lavoro, agricoltura, attività produttive), Giuseppe Merla (ricerca, formazione professionale e istruzione), Gianpaolo Tancredi (legalità e giustizia), Antonio Cocco (fondi e finanziamenti) Rosario Ravalli (web, comunicazione e informazione).

Il CAD di Foggia riceverà dal 21 ottobre dal martedì al venerdì dalle ore 16.00 alle ore 19.00, ma gli utenti possono contattare il Centro anche attraverso la pagina facebook (CAD-Sociale-Foggia), telefonando al numero 0881.617928 o scrivendo a cadfoggia@gmail.com. Per essere sempre aggiornati sulle attività e i servizi offerti basta visitare cadfoggia.blogspot.it

La lotta al bullismo comincia a scuola

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E’ un dato evidente che i giovani in molte occasioni, mostrino di avere poca cognizione di quello che rappresenta “il male”, nei confronti dei compagni o delle persone disabili, o, nella “migliore delle circostanze”, degli animali. In molti casi chi picchia i cani rischia la galera. In alcuni casi i ragazzi che compiono violenze, anche gravissime, su altri ragazzi, o su disabili, sono difesi fino allo stremo dagli stessi genitori. Il problema deve essere rimosso alla radice e ci sono differenti modi, ma occorre che avvenga nell’infanzia e nella prima adolescenza e la scuola rappresenta un luogo essenziale, giacché la cultura offerta ai ragazzi rimbalza nelle loro vite al di fuori della scuola. La giornalista Gemma Tisci e la scrittrice e già insegnante Bianca Fasano, sembrano averlo compreso molto bene; sotto l’egida della Accademia dei Parmenidei, si rivolgono alle scuole, in particolare ai dirigenti scolastici, ai dirigenti amministrativi ed al corpo docente proponendo:- “… per l’ausilio all’insegnamento, che nel corso dell’anno scolastico, sia per un progetto specifico, che per invito, la giornalista del Mattino di Napoli Gemma Tisci, autrice di numerosi libri per ragazzi in cui si parla delle problematiche giovanili quali il bullismo, venga a parlare ai giovani allievi del Vostro Istituto, chiarendo quesiti, rispondendo alle domande, sia degli allievi che di un insegnante addetto a tale scopo. Sarà accompagnata dalla giornalista e scrittrice Bianca Fasano, già insegnante di disegno e storia dell’arte. A titolo gratuito, allo scopo di aiutare i discenti in momenti delicati della loro crescita psico-fisica.”- La giornalista Gemma Tisci ha da poco presentato di recente l’ultimo dei suoi libri: " Ricordi in bianco e nero - La vera testimonianza epistolare in diretta dalla cella del boss Raffaele Cutolo”-presso la biblioteca dell'istituto alberghiero A. Torrente. Via Duca d'Osta - Casoria NA, rivolgendosi agli allievi, con l’ausilio dell’insegnante Rosalia Marino ed in presenza dei suoi allievi del “Progetto Sirio” (scuola serale per il 3° e 4° anno di ragioneria), ponendo sotto attenzione un “pezzo di storia”, per quanto drammatica e delittuosa, in grado di aprire l’orizzonte della conoscenza su fatti e misfatti che hanno segnato la vita delle popolazioni della Campania -e non solo-. La Marino ha accolto con piacere l’occasione di permettere ai suoi allievi un dialogo con la giornalista, autrice tra l’altro di libri dedicati ai giovani: “Bulli per noia” e “Perché a me, storie di ordinaria violenza” ed in più occasioni ha potuto rendere vivo un rapporto con i giovani allievi, rispondendo alle loro domande. La scrittrice Bianca Fasano, autrice di molti libri, anche rivolti ai giovani, avendo vissuto in prima persona le difficoltà degli adolescenti nei confronti del bullismo (ha insegnato disegno e storia dell’arte fin all’agosto 2014 nei licei scientifici), non ha mai smesso di occuparsi delle fasce più giovani della società e delle problematiche scolastiche sia con articoli giornalistici che con interviste televisive rivolte al problema della “nuova scuola” di Renzi. La volontà delle due giornaliste di offrirsi, gratuitamente, alla possibilità di essere presenti nelle scuole, medie e superiori, di ogni tipologia di istituzioni scolastiche, resta ovviamente collegata alla disponibilità delle scuole stesse di aprire le porte a questo tipo di dialogo. Questo appare decisamente realistico, visto che nelle scuole d’Italia (e d’Europa), le problematiche collegate al bullismo sono viste con molta attenzione anche attraverso progetti specifici adatti all’età dei discenti. E’ un fatto che i progetti dedicati ad esempio sugli stereotipi del bullismo, sono frequenti nelle scuole, con obiettivi specifici che vanno dalla necessità di considerare le motivazioni di base, aiutando i discenti a comprendere culturalmente la parità tra i generi, con la conseguente necessità di rispettarne le necessità, per eliminare la logica della prevaricazione. Tanto per diminuire le violenze condotte sulla parte femminile della società. Gli incontri proposti, sia in sede di progetto che di intervento durante o al di fuori delle ore di lezione, hanno lo scopo di rendere i ragazzi consapevoli dei processi che portano al bullismo e alla violenza, ma anche di riscoprire i valori sociali atti alla convivenza civile. Gemma Tisci e Bianca Fasano sono infatti convinte (come è convincimento di chiunque attui interventi per e con gli allievi), che sia necessario dotare di strumenti i ragazzi e le ragazze, in modo che divengano anche capaci di agire nelle proprie comunità promuovendo i processi di cambiamento verso il bene. E’ necessario, difatti, che le comunicazioni tra adulti e ragazzi/e favoriscano l’affermazione del sé nelle relazioni e nei gruppi. Gli studi, anche recenti, insistono difatti sulla necessità che i giovani apprendano nel “gruppo dei pari”, il più presto possibile, a conquistare regole e tecniche non prevaricanti, non di tipo tirannico, nella soluzione dei conflitti, ma soprattutto che non si deve violentare fisicamente o moralmente l’integrità degli esseri umani (ma anche di quelli animali), e si può ottenere questo soltanto rendendo la società costantemente attenta all’influenza che il comportamento degli adulti può avere sulle scelte dei giovani. Angelo Buonarroti.

NOTE AL TESTO L'ennesimo caso è quello di un minore (14 anni), ricoverato all'ospedale San Paolo di Napoli., sul quale si è accanito “il branco”, violentandolo con uno strumento per gonfiare le gomme delle auto.
Gildatv: la parola agli insegnanti. http://youtu.be/XUm64ahaPls; http://www.orizzontescuola.it/news/e-morta-scuola-viva-scuola-lettera.

Bianca Fasano

giovedì 16 ottobre 2014

Allarme depressione giovani, 60% dei casi i sintomi nell'adolescenza

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In Italia, 7 pazienti depressi su 10 attendono un anno prima di ricevere un trattamento farmacologico. E solo il 40% di loro risponde in maniera soddisfacente alla terapia e non presenta ricadute. In media, passano ventiquattro mesi prima che la diagnosi sia chiara. Un lasso di tempo troppo lungo che può anche rivelarsi fatale: nel 47% dei casi il disturbo diventa cronico e porta così a un peggioramento significativo della qualità di vita.

"Nel nostro Paese la depressione maggiore colpisce 7,5 milioni di persone, il 12,5% della popolazione. Ma sono numeri sicuramente sottostimati. È la prima causa di disabilità, ma il difficile inquadramento del problema genera ancora molta confusione - commenta Emilio Sacchetti, presidente della Società Italiana di Psichiatria (SIP) -. Un periodo di tristezza momentaneo in seguito a delusioni, lutti o insuccessi personali non significa essere malati. La depressione può anche non avere cause apparenti.

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Stalking: misure contro gli atti persecutori

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Pene fino a 4 anni di reclusione per molestie reiterate (il c.d. stalking) che possono essere aumentate se il fatto è commesso dal coniuge legalmente separato/divorziato - o da persona che sia stata legata da relazione affettiva - ovvero ai danni di un minore, di donna in stato di gravidanza o di soggetto disabile.

E' quanto prevede il Disegno di Legge approvato dalla Camera dei Deputati il 29 gennaio 2009 con il quale vengono predisposte misure idonee a contrastare i fenomeni persecutori.

In particolare, il provvedimento introduce nel nostro codice penale il reato di stalking (articolo 612-bis, atti persecutori), relativo cioè al comportamento di chi "con condotte reiterate, minaccia o molesta taluno in modo da cagionare un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero da ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona al medesimo legata da relazione affettiva ovvero a costringere lo stesso ad alterare le proprie abitudini di vita".

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La normalità del disagio minorile nella società dei consumi

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Uno degli orientamenti metodologici più diffusi della sociologia è quello di studiare la devianza per comprendere la normalità, nell’assunto che, solo infrangendo la norma è possibile conoscerne i limiti, i confini, gli spazi di applicazione, l’intensità con cui è rispettata.

In quel che segue, invece, si seguirà un orientamento opposto: studiare la normalità per comprendere la devianza e il disagio, nell’assunto che determinati fenomeni odierni non possano essere correttamente compresi se non nel contesto più generale delle tendenze prevalenti nella nostra società.

La nostra epoca, variamente definita società della globalizzazione, del consumo, della seconda modernità, della modernità liquida, della post-modernità, della fine delle ideologie ecc., si caratterizza per alcuni orientamenti di scenario, apparentemente neutri, che tracciano, implicandoli, paralleli orientamenti etici, valoriali, esistenziali che "scorrono" nelle nostre vite, condizionandole, anche se non sempre ce ne rendiamo conto.

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martedì 14 ottobre 2014

Lo stato di salute della Sanità italiana

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Ticket troppo onerosi, difficoltà d’accesso alle cure, liste d’attesa lunghissime: ecco i risultati del XVII rapporto “Sanità in cerca di cura”

Chi ha bisogno di una mammografia deve attendere, in media, 14 mesi. Per un elettrocardiogramma ne devono passare 9. Per chi ha la sfortuna di doversi operare di ernia del disco o varici, il tempo di attesa è di 2 anni (parliamo di ospedali pubblici, chiaramente). È uno dei problemi che emergono dal 17° Rapporto Pit Salute “(Sanità) in cerca di cura”, presentato oggi a Roma dal Tribunale per i diritti del malato di Cittadinanzattiva. Nel rapporto si segnalano, in particolare, tutte “le difficoltà economiche, i costi crescenti dei servizi sanitari e le difficoltà di accesso” che, addirittura, “spingono i cittadini a rinunciare alle cure e sacrificare la propria salute”. In effetti, raccontano da Cittadinanzattiva, la situazione della sanità pubblica italiana è abbastanza sconfortante. Delle oltre 24mila segnalazioni arrivate nel 2013, quasi un quarto riguarda la difficoltà di accesso alle prestazioni sanitarie, determinata da liste d’attesa troppo lunghe, ticket troppo costosi e dall’intramoenia insostenibile (cioè l’attività svolta dai medici in forma privata all’interno di strutture pubbliche).

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